Home Biography blog Books Music Video Books dylan discography dylan tribute Hb Krundaals literature london lyrics My Book Movies Mr. Antondjango's Band mp3 music my music pics politics religion Scritti Politti School US_NY Video

Mail Me!!!

 

 

Biography in English

Biografia in Italiano

 

 

Giuseppe Gazerro: un rocker in cattedra


Note Biografiche

Insegnante di lingua inglese, casertano di origini, Giuseppe Gazerro è uno di quei rocker che non ti aspetti. Ammalato di rock n' roll già da bambino, agli inizi degl'anni settanta comincia a farsi strada nella line-up della band Canzoniere Del Maggio, collettivo virato verso la prosest song e attivo nel Nord Est dell'Italia. Pochi anni più tardi da vita alla Jag Band che tuttavia ben presto scioglie, per abbracciare il pop, diventando bassista dei Krundaals, una band funky-pop con cui nel 1984 registra anche un extended play per un etichetta indipendente. Con i Krundaals raccoglie parecchie soddisfazioni arrivando ad esibirsi per la Rai in diverse occasioni. Nel 1985, ancora con i Krundaals prende parte alla composizione della colonna sonora del film Indiscrezioni sulla Notte. Dopo lo scioglimento nel 1986 della band, ritorna a scrivere canzoni da solo e nello stesso anno produce un suo personale demotape Prologo Per Un Progetto Pretenzioso, che viene indicato come Miglior Artista del Mese dalla rivista musicale Tuttifrutti. Alla fine degl'anni ottanta forma due band parallele, la prima gli HB, ancora attivi nel circuito dei club e dediti ad un repertorio fatto quasi esclusivamente di cover, la seconda Esercizi Giornalieri Obbligatori, più tardi chiamati semplicemente EGO. Con gli EGO, Gazerro ha inciso All The Pigeons In The Rain ('91) e Cristiani Battisti ('92), entrambi recensiti sulle maggiori riviste musicali italiane. Quando l'esperienza con gli EGO giunge alla conclusione, ritorna ancora una volta all'attività solistica e produce il demo tape Temi Sospesi, pubblicato poi ufficialmente dalla A&M Songs & Music. Due anni più tardi nel marzo del 1999 arriva la svolta con il progetto Biblica Boulevard, che vede la luce su cd nel luglio del 1999. L'esperienza entusiasma a tal punto che si decide di promuovere in versione live il disco. Dopo un anno si comincia a comporre nuove canzoni e nel 2001/2002 cominciano a registrare  "Le cose che succedono" uscito, poi, nell'Ottobre 2002. Questo disco gli frutta una prestigiosa partecipazione al Meeting Delle Etichette Indipendenti. Nella primavera del 2003 anche i Biblica Boulevard giungono al termine del loro percorso e quindi ritorna ancora una volta alla composizione di materiale solistico. Nel contempo partecipa al Dylan Meeting Italiano a Verona e al Dylan Gospel Tribute al Big Mama, e prosegue intensissima l'attività live con gli HB e con i Rolling Thunder.

 

Discografia e recensioni
 

Giuseppe Gazerro: Genesi (1979)

Krundaals: Krundaals EP (1984)

Krundaals: Chinatown (1985)

Giuseppe Gazerro: Prologo Per Un Progetto Pretenzioso (1986)

EGO: All The Pigeons In The Rain (1991)

All The Pigeons In The Rain è un interessante demo inciso nel 1991 con gli EGO, cui il cantautore pivese presenta una selezione di quattro brani dal repertorio di Bob Dylan: Quinn The Eskimo, Shelter From The Storm, Absolutely Sweet Marie e Knockin' On Heaven's Door. Il lavoro di produzione, all'ascolto appare adeguato, così come le interpretazioni che presentano una buona ricerca strumentale e vocale. Sentito oggi, rispetto alla sua produzione successiva, suona come un primo step verso uno sviluppo completo delle sue capacità interpretative, tuttavia è non si può non inchinarsi di fronte alla qualità del potente sound rock che domina Shelter From The Storm e Absolutely Sweet Marie. Meno bene girano Knockin On Heaven's Door e Quin The Eskimo legate troppo al sound degli anni 80.

EGO: Cristiani Battisti (1992)

Giuseppe Gazerro: Temi Sospesi (1996)

Il primo tentativo di disco solista per Giuseppe Gazerro, Temi Sospesi, si realizza finalemente nel 1996 con Temi Sospesi. Prodotto e arrangiato con buona cura, il disco si snoda attraverso nove brani che mettono in luce sin da subito il songrwiting di qualità del cantautore pivese, che tuttavia fatica ad emergere a causa di un non eccellente lavoro alla produzione. Composto prevalentemente in italiano, Temi Sospesi presenta anche un brano in inglese How Can You See The Sun, che si lascia preferire rispetto agli altri per un testo più diretto ed incisivo. Tra i brani in italiano però non si può non segnalare Sangue e Piove, entrambe seppur caratterizzate da un songwriting acerbo rappresentano un punto di partenza saldo su cui il cantautore pivese svilupperà i suoi lavori futuri.

Biblica Boulevard: Biblica Boulevard (1999)

Biblica Boulevard, ha rappresentato per la carriera di Giuseppe Gazerro una svolta importante, infatti oltre ad aver acquisito a pieno la maturità come songwriter, il cantautore pivese diventa parte integrante e motore propulsore di una band di grande qualità. Al fianco di Gazerro che canta e suona il basso, troviamo infatti Devis Battisti, dotato chitarrista dalla buona inventiva, Guido Tosello alla batteria e una lunga serie di musicisti aggiunti che si alternano durante i vari brani. Le canzoni di Biblica Boulevard, composte tutte in inglese ad eccezione di Kyrie Eleison, presentano una scrittura di qualità ed arrangiamenti riusciti che visti nel complesso compongono un disco di alt-rock che all'epoca avrebbe meritato sicuramente un palcoscenico differente. Partendo dal rock serrato di Boom Crash, introdotta da un bellissimo solo di chitarra elettrica, si attraversano il sound sincopato e pulsante di Ancient, il rock ubriaco di Pop Goes The Weasel fino a giungere Berwick Stret Market, una riuscitissima scorribanda sonora dove si inseguono chitarre e percussioni. My Heart's a-Pounding è il brano più riuscito del lotto infatti scava tanto nei territori dell'alt-country quanto in quelli del rock cantautorale di cui si apprezzano a pieno le sue influenze nel testo. Kyrie Eleison, come abbiamo detto l'unico brano cantato in italiano, sembra un po' avulso dal contesto ma tuttavia va apprezzata la ricerca strumentale e vocale operata da Gazerro per questo brano. I brani successivi, Seventy Times Seven e Whitin The Regions Of The Air, non fanno abbassare i toni del disco ma mantengono viva la carica elettrica del disco che si chiude degnamente con la splendida Burn Baby Burn e l'energica Free at Last.

Biblica Boulevard Revisited: Le Cose che Succedono e Le Cose che Sono (2002)

Se Biblica Boulevard rappresenta per Gazerro una tappa fondamentale della sua carriera musicale, di altrettanta importanza è Le Cose che Succedono e Le Cose che Sono. Innanzitutto perché al fianco del cantautore pivese c'è una formazione "Revisited" dei Biblica Boulevard ma soprattutto perché segna il passaggio ad un cantautorato made in Italy. Se con l'inglese le cose giravano divinamente e poteva sembrare una eccezionale base su cui costruire, con molto coraggio Gazerro ha puntato ancora su se stesso e ha scommesso sui testi in italiano. La scommesse nel complesso è da ritenersi vinta tuttavia i testi gravano in modo eccessivo sulla musica che spesso tende ad essere troppo incollata nel fraseggio. Ciò che va segnalato è però ciò che trasmette questo disco, al di là dei dati tecnici che spesso lasciano il tempo che trovano, ogni nota di questo disco sprigiona forza e convizione nel comuinicare, elementi questi che nel rock italiano sembrano smarriti da tempo. I temi dei brani toccano problematiche sociali come (Il sonno della ragione genera mostri o Il prete e il deportato), o ad eventi che hanno cambiato il mondo che vanno dalle rivolte del 1968 a Ground Zero (Terra zero terra di zero e Taj Mahal). Una menzione particolare la meritano lo swing sferragliante di Nessun peccato da confessare, la poderosa resa rock di Quinn The Eskimo di Bob Dylan ed infine la conclusiva e splendida title track, che evidenzia in modo incontrovertibile tutte le potenzialità da songwriter di Gazerro.

Giuseppe Gazerro: Dylan Meeting 2003 (Live)

Ruvida incisione dal vivo estratta dal Dylan Meeting del 2003, in cui il cantautore pivese presenta in versione acustica sette brani tratti dal repertorio di Bob Dylan. Nonostante la registrazione "bootleg" il sound è godibile e soprattutto vale la pena ascoltare le belle rese di Tangled Up In Blue e di You're A big Girl Now.
 

L'intervista

Allora Giuseppe, benvenuto sulle pagine di Rockin' In The Free World, partiamo da lontano. Come hai deciso di imbracciare la chitarra e di metterti a fare rock n' roll, nonostante tu sia un professore di inglese? Semplice passione o desiderio di espressione a ritmo rock?

Grazie a voi di avermi dato la possibilità di conoscervi, innanzitutto! Io suono da molti anni, ormai: la mia passione nasce da quando, piccolino, infilavo la testa in un Geloso a bobine per ascoltare le canzoni di Sanremo che mio padre mi registrava appoggiando il microfono sull'altoparlante della Tv! Da allora non ho mai smesso e, nonostante la laurea e l'insegnamento rappresentino la parte *seria* di me, beh, la musica e' sempre stato il mio principale mezzo di espressione. Del resto, l'insegnamento dell'inglese e' venuto proprio grazie alla musica!!! Prima c'e' stato Dylan e la traduzione dei suoi testi.

Ci puoi raccontare il tuo percorso musicale? Come hai iniziato?

Beh, come tutti, credo: con una chitarra regalata dai miei, i primi accordi insegnatimi da mia sorella, che tuttora canta come soprano, ed i primi tentativi di fare canzoni mie. Poi negli anni '70 il primo gruppo vero, e negli anni '80 il gruppo con cui abbiamo fatto un po' di televisione e radio, i Krundaals, nei quali però non suonavo la chitarra nè cantavo, ma ero bassista. Scioltosi il gruppo ed essendomi stabilizzato nel frattempo come insegnante, sono tornato a scrivere canzoni ed a cantarle. Ho autoprodotto diversi lavori, tutti disponibili in rete.

Quali sono stati gli autori rock che ti hanno ispirato e che ti hanno spinto sui sentieri della loro musica?

Sicuramente Bob Dylan è stato ed è per me tuttora qualcosa di più di un'ispirazione. L'ho respirato al punto da esserne a volte persino fagocitato. Le mie cose sono sempre state definite "ispirate a Dylan", sia da chi intendeva la cosa come positiva, sia da chi intendeva la cosa come denigratoria e riduttiva del mio lavoro. Ma quando poi ho iniziato a suonare sui palchi veri, l'influenza di cui ho aggiormente risentito e' stata senz'altro quella di Edoardo Bennato. Anche oggi, sia nella mia band da "strada", sia quando suono da solo, mi accompagno con un tamburello suonato col piede, ho sempre avuto una 12 corde acustico-elettrica ed uso l'armonica come faceva, appunto, Bennato nei suoi anni d'oro.

Quanto sono stati determinanti i tuoi studi letterari, nella composizione dei tuoi testi?

Beh, moltissimo. Che non significa stia dando ai miei testi una patente di letterarietà; non sta a me farlo, ammesso e non concesso la meritino. Ma fin da meta' anni '70, ho sempre scritto usando "riferiementi"; dalla Bibbia ai testi di Dylan, dai sonetti di Shakespeare a molte altre cose. Uno dei miei dischi, "Prologo per un Progetto Pretenzioso", contendeva solo testi di autori inglesi. E fu anche votato da "Tuttifrutti" come disco emergemte del mese, a quei tempi!

Quale autore letterario ti ha influenzato in modo determinante?

Se non posso dire Dylan e DeAndrè, che io considero tra i grandissimi del secolo scorso, beh, allora devo dire che una vera rivelazione per me fu scoprire la perfezione della metrica dei sonetti shakespeariani. Da allora ho usato sempre e solo rime, guardo con sospetto chi usa il verso libero e preferisco due versi perfettamente a tempo anche se non originalissimi a brani che pretendono di dischiudere segreti enormi, ma i cui versi non rimano. Almeno nelle canzoni.

Come mai spesso hai deciso di usare l'inglese invece che l'italiano? Deformazione professionale o è vera l'affermazione di Franz Di Cioccio della PFM che un riff di chitarra sta meglio su I Love You che su Ti Amo.....?

L'affermazione è sicuramente ragionevole, ma non è questo il motivo. Quando scrivo cose mie, anzi, tendenzialmente uso l'italiano. L'inglese mi viene più spontaneo se una cosa è concepita per un gruppo. Ma non credo ci sia un vero motivo lingustico alla base, è un'abitudine culturale, secondo me; una "forma mentis".

Da dove nasce il nome di Biblica Boulevard? Forse dal fatto che spesso il tema religioso torna spesso nei tuoi testi?

Senza dubbio. Il Testo/la Parola e il cammino/la strada. Non è un nome tanto critpico.

Parlando sempre di temi religiosi mi ha impressionato molto Kyrie Eleison da Biblica Boulevard, è un testo che starebbe bene nella trilogia religiosa di Bob Dylan cosa mi dici di questo brano?

Se ti sentono i miei amici del Newsgroup su Bob Dylan......Battute a parte, ringrazio della considerazione, ma non è un testo mio. Riporterò i complimenti all'autore, un Dylaniano come me e mio allievo ad un esame di maturità; credo che ne sarà contento. Il testo mi aveva affascinato per il suo urlare la protesta contro chi non sa ascoltare; la figura del profeta "maledetto", il tono apocalittico che mi affascina sempre. Io ho solo messo a punto le rime.

Biblica Boulevard però non è solo religione ma anche protesta, o meglio denuncia sociale mi sbaglio?

Non sbagli per niente. In fondo la mia ispirazione fondamentale è proprio questa; uno dei versi cui sono più legato e che ben la esprime, dice "per questo non ho mai cantato le canzoni del cuore; mi ispiro spesso all'odio, la mia musa e' l'orrore". Almeno in "burn baby burn" e "free at last" canto, tramite parole di altri, la rabbia di vivere in un mondo stupidamente aggressivo. Nelle altre c'e' molto di onirico ed anche un po di "fantasy"; e' senz'altro un lavoro dalle molte facce.

Veniamo a Biblica Boulevard Revisited che è il tuo ultimo disco, datato 2002, in quel disco la denuncia sociale e politica mi sembra più vibrante cosa è cambiato rispetto al disco precendente?

La chiave sta tutta nella parola "revisited".Il mio lavoro precedente fu apprezzato e quindi lo mettemmo in strada con un gruppo che dal lavoro trasse il nome. Lo chiamammo *revisited* appunto per distinguere il gruppo dal lavoro stesso. Le partiture musicali sono molto corali, spesso addirittura lavoro di chi suonava con me, soprattutto del chitarrista Andrea Scarso, ma i testi li ho scritti tutti io, quasi di getto, tra il 2000 ed il 2001, a cavallo degli eventi tragici che non occorre nemmeno citare.

In Taj Mahal tocchi e anticipi il tema della guerra in Medio Oriente, questo brano mi ha molto colpito devo ammetterlo, perciò mi piacerebbe sapere qual'è stata la tua ispirazione?

L'attacco ai Buddha da parte dei fondamentalisti talebani. Fu una cosa che mi sconvolse. Stavamo andando verso il baratro e si poteva capire. Vidi una foto del "Taj Mahal" in un manuale d'arte che stavo consultando per la scuola e pensai come potessimo concepire cose tanto belle ed attuare
tanta mostruosità. Nacque una canzone in che tuttora amo fare in acustico, chitarra e voce, in
una versione totalmente diversa dal pezzo tirato ed elettrico che abbiamo concepito col gruppo.

Quali sono le cose che sono e quali quelle che succedono? E' un modo per delineare schematicamente la vita o hai una tua filosofia, il brano che chiude il disco mi sembra davvero molto personale puoi spiegarlo ai nostri lettori?

E' un po' riduttivo renderlo in poche parole, ma se dovessi provarci direi che si tratta del semplice fatto che, non credendo la nostra vita si possa ridurre alle molte meschinità ed alle poche gioie che i nostri cinque sensi ci comunicano, beh, allora penso che quello che esiste sia solo quello che "succede". Ma le cose che contano, e che io credo un giorno le vedremo tutti, sono nascoste da qualche parte cui noi non abbiamo accesso. E quelle sono le cose vere, le cose che "sono". Nel brano, che ho già citato prima, dico che, non potendo riconoscerle, bisogna almeno imparare ad accettare che ci siano. Il mondo che abbiamo costruito non e' il mondo cui siamo destinati.

In conclusione, ho visto che fai molta attività dal vivo e che hai una nuova band gli HB, quali sono i tuoi progetti per il futuro? e qual'è il tuo rapporto con il palco?

Non sono un amante della vita da strada e la dimensione live mi piace nella misura in cui gli altri apprezzano quello che stai facendo. Questo, dal vivo, spesso non e' possibile. Chi ascolta è distratto da mille cose, spesso l'acustica non è buona e spesso non si suona al massimo. Per questo, raccogliendo il dissenso della maggior parte dei miei "colleghi" musicisti, io amo di più l'approccio alla musica registrata che non il "live". Ma questo vale solo per i pezzi che scrivo. Ovviamente chi suona ha bisogno anche di palcoscenici, di sfogarsi, di sentire che qualcuno ti ascolta. Ed allora ho quasi sempre cercato di affiancare alla mia attività di cantautore quella di musicista inserito in un gruppo per poter, appunto, suonare dal vivo pezzi storici che siano di piu' immediato approccio col pubblico. Da 15 anni, in particolare, sono la chitarra ritmica ed una delle voci degli Hb, con cui siamo vicini ai 200 concerti, tra pub, festival e piazze. Per il futuro non ho progetti segreti nel cassetto. Vorrei riuscire a pubblicare un nuovo disco in versione "cantautore" e, magari sfruttando le possibilita' della rete, distribuirlo su scala maggiore. Vorrei continuare a girare le piazze con gli Hb. E vorrei risucire ad essere sempre migliore nella mia professione di insegnante.

 

Gli HB