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Wurstel, crauti, Werder Brema, e stasera qui si beva

per quest’(ex) giovane e bella

che un po’ prima dei quaranta e’ arrivata al carta canta

pur restando sempre quella

che in materia de fatiga lo si sa, non e’ gran f***

come dicono i maschietti, e si sa che sono tanti

ma la conta la tralascio o qui non si va piu’ avanti

 

Da bambina, va pur detto, non parlava poi un granche’

Si e’ rifatta poi da grande, e con gli interessi, ahime’

Una volta  la sorella corse da papa’ a frignare:
*Mia sorella sembra muta, dimmi tu che posso fare*

*No, Lucia, Paola e’ cosi’, non ti devi preoccupare!

Poi vedrai quando la conta a noi ci tocchera’ fare

Per sapere chi e’ di turno per dover con lei parlare

dei suoi mali, le sue lagne e le sue sfighe universali
Quando ci terra’ inchiodati ad ascoltarla per tre ore

E alla prima interruzione: *Vuoi ascoltare, per favore?*

 

Ma da piccola era muta, o diciamo non parlava con la bocca

Ed invece si esprimeva (e che ben che lo faceva!)

Con quel foro che pensato fu a espellere l’usato

Cosi’ un giorno penso’ bene di emettere un bel fiato

Rivestito da bucato (anzi, bolla di sapone)

Tutti risero contenti alla vista del pallone

Che in alto, in alto andava

Quando poi la bolla esplose

fu nell’aria un qualche cosa

che Fernanda fece andare

a gambe all’aria;

un battesimo di fuoco

per la Paola e la sua grinta

ha sventrato mezza Piove ma

alla gloria oggi si e’ spinta

 

 

Per ripicca si adombro’
e da allora rinnego’

quel bel figo del fratello che nel basket spopolava

la sorella che leggiadra in volee’ si cimentava

E Paolina penso bene
di dar corpo alle sue pene

Iniziando senza resta
la sua attivita’: la siesta

 

Bella pronta per la scuola la Paolina infatti stava

E la mamma sempre in ansia sulla porta la incitava

*Vai, Paolina, vai a scuola

Che con me non sei mai sola*

*Cara, mamma, si, lo so…* replicava la Paolina

quando  un tonfo clamoroso scosse tutta la cucina

Paola cadde sulla schiena con gran botto e patimento

*Mamma aiutami ti prego*, sono qui sul pavimento

sono a terra, faccia in su e piu’ non mi posso alzare

Le mie gambe vanno e vuoto e non mi posso piu’ girare

Sono un cimice riverso che oramai sta per crepare

Che qualcuno mi sollevi o qui moriro’ di fame*

 

 

 

E  i fratelli, ‘sti spietati, non perdevano occasione

Di accusarla, poverina, di saper esser leone

Tra imbranati, nerds, sfigati, studentelli e squattrinati

Lei offesa lo giuro’:

*Una stella diverro’!*

Tutti i giorni sport e corsa

salto del pasto, presa della borsa

corsa in bagno, rally delle lenzuola

sia in coppia che da sola

e persino, sport estremo, la scalata del divano

e i gradini senza mai appoggiarsi con la mano

Provo’ anche integratori

cardiofitness, istruttori

per far rabbia al fratellaccio
e costruirsi un fisicaccio

si promise di sfondare

anche a costo di emigrare
per mostrare alla sorella

che lei non ha solo quella

Fece parte anche di un team di pallavolo con le amighe

Ma credeva si dovesse sol far gara ad essere fighe

Star del topless era nello spogliatoio, la Paolina

Ma in partita il suo posto era l’ultimo in panchina

 

 

Ma stasera metti a letto quella povera tua testa

Siam con Goethe qui a brindare ed a farti un po’ di festa

C’e’ il devoto Emanuele, c’e’ anche chi l’ha preceduto
e gli amici e le amiche che ti han sempre sopportato

Dai, rilassati e sorridi, lascia stare il muso duro

Sento un grido che si alza da Berlino e dal suo muro

Dalla porta a Magdeburgo e’ una sola grande voce

Dalla mamma che stasera puo’ anche scender dalla croce

Da Lucia, tua sorellina ed anche tua tifosa prima,

Da quel figo del cognato che sta roba ha messo in rima

Fratel Ciro e Papa’ Carlo sempre col suo caro mulo

Oh, Miotti dottor Paola, ma vedi d’anna’ affanculo!!!