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+ Dal Vangelo secondo Giovanni    (15, 26-27; 16, 12-15)

 

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: “Quando verrà il Consolatore che io vi manderò dal Padre, lo Spirito di verità che procede dal Padre, egli mi renderà testimonianza; e anche voi mi renderete testimonianza, perchè siete stati con me fin dal principio. Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando però verrà lo Spirito di verità, egli vi guiderà alla verità tutta intera, perché non parlerà da sé, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annunzierà le cose future. Egli mi glorificherà, perché prenderà del mio e ve l’annunzierà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà del mio e ve l’annunzierà”.

Il brano nel suo contesto:

I pochi versetti che la liturgia ci offre oggi appartengono al grande discorso di addio rivolto da Gesù ai suoi discepoli prima della Passione, che Giovanni estende da 13, 31 fino alla fine del cap. 17. Qui Gesù comincia a parlare delle conseguenze inevitabili della sequela e della scelta di fede e amore per Lui; l’essere discepolo implica disponibilità ad affrontare difficoltà e sofferenze. In questa lotta, in questo dolore, c'è una Consolazione, c'è un Difensore, un Avvocato che testimonia per noi: il dono dello Spirito illumina la vicenda umana del discepolo e la ricolma di speranza viva. Egli è inviato per farci comprendere il mistero di Cristo e per renderci partecipi di esso.

Un aiuto nella lettura del brano:

15, 26-27:annuncia l'invio dello Spirito santo, quale Consolatore, quale Avvocato difensore; sarà Lui ad agire nel processo accusatorio che il mondo intenta contro i discepoli di Cristo. Sarà Lui a renderli forti nella persecuzione. Lo Spirito rende testimonianza al mondo riguardo al Signore Gesù; egli difende il Cristo, contestato, accusato, rifiutato. Ma è necessaria anche la testimonianza dei discepoli; lo Spirito deve servirsi di loro per proclamare con potenza il Signore Gesù in questo mondo. E' la bellezza della nostra vita trasformata in testimonianza d'amore e fedeltà a Cristo.

16,12: Gesù pone i suoi discepoli – e quindi anche noi – di fronte alla loro condizione di povertà, di incapacità, per la quale non è loro dato di comprendere molto né delle parole di Gesù, né delle parole della Scrittura. La sua verità è ancora un peso, che non possono ricevere, sollevare e portare.

16, 13-15: In questi ultimi versetti, la Parola di Gesù rivela ai discepoli quale sarà l'azione del suo Spirito nei loro confronti. Sarà Lui a guidarli in tutta la verità, cioè farà loro comprendere il mistero di Gesù in tutta la sua portata, nella totalità della sua verità. Egli guiderà, rivelerà, annuncerà, illuminerà, portando a noi discepoli le parole stesse del Padre. E così saremo condotti nell'incontro con Dio; per grazia saremo resi capaci di comprendere le profondità del Padre e del Figlio.

 

 

 

Ciò che ci identifica e ci unisce come credenti è il riconoscimento e l’ascolto dello Spirito Santo, riconoscimento e ascolto  della presenza di Dio che parla alla nostra coscienza.

La Pentecoste ci ricorda che nella Chiesa la coesione non viene più da un comando esterno, ma dal di dentro, dal cuore, in forza dell'amore che lo Spirito ci dà, "perché l'amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo" (Rm 5,5).

 

Pentecoste, presenza dello Spirito in questo nostro mondo, in questa nostra storia, nella nostra vita.

Pentecoste, una presenza da ascoltare, da avvertire.

 

Ascoltare il fruscio del vento tra le foglie degli alberi; ascoltare il rumore delle onde nel mare; ascoltare il cinguettio degli uccelli che volano all’aperto; ascoltare la notte passeggiando tra i campi.

Contemplare il mare; fissare lo sguardo su un paesaggio da un’altura; restare in piedi ad ammirare la luna; chiudere gli occhi e sentire il calore del sole.

Incontrare lo sguardo d’intesa con una persona amica; prendersi sottobraccio e incamminarsi con una persona cara; abbracciare e stringere forte che si ama.

Sentirsi compresi e perdonati dopo un errore; sentirsi apprezzati nonostante i limiti; sentirsi importanti per chi portiamo nel cuore; sentirsi accolti in un ambiente di familiarità; gioire in serenità con persone care e sentire di essere “ a casa”.

 

Viene lo Spirito, secondo il vangelo di Giovanni, leggero e quieto come un respiro.

Viene lo Spirito, nel racconto di Luca, come energia, coraggio, missione, vento che spalanca le porte, e parole di fuoco .

Viene lo Spirito, nell'esperienza di Paolo, come dono, bellezza, capacità diverse per ciascuno.

Lo Spirito conosce e rende fertili tutte le strade della vita, rompe gli schemi, è energia imprudente, non dipende dalla storia ma la fa dipendere dal suo vento libero e creativo.

Lo Spirito santo è ciò che fa vivere Dio.

Con lo Spirito Dio ci da del suo, ciò che gli è proprio.

 

Lo Spirito è il respiro di Dio, è l’aria che riempie i suoi polmoni, è il sangue che gli scorre tra le vene, è il seme che contiene la vita.

La terra ne è piena, è piena di vita, trasuda di vita.

 

Lo Spirito anima il mondo, ma ancora verrà come Consolatore.

Ed è questa una speranza che grida forte dal nostro cuore e che si fa strada tra le nostre gioie e le nostre lacrime; sei Consolatore, sì, siamo stanchi di doveri, sempre, di norme e di cose da fare per meritare… tu ci sei, ancora verrai per consolarci.

Non avvertiamo sempre la tua presenza, ma tu ci sei, questa in fondo è la speranza che ancora ci fa vivere.

 

E ci guiderai alla verità tutta intera.

Non ci sentiamo abbastanza docili, pronti, disponibili, aperti.

Ma tu o Spirito che sei inviato per guidarci: manda a noi dal cielo un raggio della tua luce.
Tu che sei padre dei poveri, vieni, tu che doni ogni bene, vieni, luce dei cuori.
Consolatore atteso; compagno dell’anima che dona serenità al nostro vivere.

Quando siamo affannati, sei riposo; quando sembra caderci tutto addosso, sei riparo; nel pianto, ci conforti. O luce che dona pace, invadi nell’intimo il nostro cuore.
Senza la tua forza che tutto ci fa affrontare, nulla è possibile per noi, nulla ci sembra senza colpa. Lava in noi ciò che è sporco, bagna ciò che è arido, sana ciò che sanguina.

Piega ciò che è rigido. scalda ciò che è gelido, drizza ciò ch’è sviato.

 

Dona a noi che solo crediamo nella forza dell’amore i doni di cui è gravida anche la nostra vita. Donaci quella serenità e quella gioia che non finiscono mai.

 

(liberamente dalla sequenza di Pentecoste)