Home
Biography
blog
Books
chords
discography
dylan
dylan tribute
foto
Hb
Krundaals
Links
literature
london
lyrics
chords
Mr. Antondjango's Band
mp3
music
pepe
Video
pics
politics
religion
School

Mail Me!!!

 

 

Dal libro del profeta Isaia  (dai cap.63.64)

Tu, Signore, tu sei nostro padre,
da sempre ti chiami nostro redentore.
Perché, Signore,
ci lasci vagare lontano dalle tue vie
e lasci indurire il nostro cuore, così che non ti tema?
Ritorna per amore dei tuoi servi,
per amore delle tribù, tua eredità.
Se tu squarciassi i cieli e scendessi!

Nessuno invocava il tuo nome,
nessuno si riscuoteva per stringersi a te;
perché tu avevi nascosto da noi il tuo volto,
ci hai messo in balia della nostra iniquità.
Ma, Signore, tu sei nostro padre;
noi siamo argilla e tu colui che ci dà forma,
tutti noi siamo opera delle tue mani.

+ Dal Vangelo secondo Marco   13,33-37

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “State attenti, vegliate, perché non sapete quando sarà il momento preciso.

È come uno che è partito per un viaggio dopo aver lasciato la propria casa e dato il potere ai servi, a ciascuno il suo compito, e ha ordinato al portiere di vigilare.

Vigilate dunque, poiché non sapete quando il padrone di casa ritornerà, se alla sera o a mezzanotte o al canto del gallo o al mattino, perché non giunga all’improvviso, trovandovi addormentati.

Quello che dico a voi, lo dico a tutti: Vegliate!”

"Vegliate!" Questa è la parola chiave nel breve brano che la Chiesa riserva per la liturgia della prima domenica di Avvento.

Vegliare, stare attenti, essere fedeli nella responsabilità del compito che è stato affidato, non addormentarsi.

E' questo che viene richiesto da Gesù al cristiano.

I versi del vangelo di San Marco fanno parte del discorso escatologico del capitolo tredici. Questo capitolo ci parla della rovina del Tempio e della città di Gerusalemme. Gesù prende spunto da una osservazione che gli fa un discepolo: "Maestro, guarda che pietre e che costruzione!" (Mc 13, 1). Gesù chiarisce le idee: "Vedi queste grandi costruzioni? Non rimarrà qui pietra su pietra, che non sia distrutta" (Mc 13, 2).

Il Tempio, segno tangibile della presenza di Dio in mezzo al suo popolo eletto, Gerusalemme "la città salda e compatta" dove "salgono insieme le tribù del Signore, per lodare il nome del Signore" (Sal 122, 4), tutto questo, segno sicuro della promessa fatta a Davide, segno dell'alleanza, tutto questo andrà in rovina...perché non è la realtà definitiva ma solo un segno di qualcosa altro che verrà in futuro.

Gesù non si preoccupa di esaudire le pur legittime curiosità: “… quando avverranno queste cose?”, le nostre categorie mentali sono ristrette e limitate, possiamo capire solo aprendoci alla vita, guardando alla vita, interrogando la vita, poco a poco.

 

Il Vangelo anche oggi, come nelle passate domeniche, che ciò che conta è vivere in modo responsabile e vigile la nostra vita adesso.

 

Vivere in modo responsabile rispetto al potere che ci è stato consegnato, il suo Amore che ci è stato riversato e continua a riempire la nostra vita: il potere di amare, di accogliere, di perdonare, di comprendere, di usare misericordia, compassione…

Vivere in modo vigile, decisi a cogliere i segni che ci indichino le cose importanti, le cose giuste , le cose buone, vegliare per non perdere l’opportunità di riconoscere, sottolineare ed evidenziare tutto ciò che di bene Dio compie in questa umanità; vegliare per cogliere la presenza di Dio “nascosta” in fatti, persone e momenti della vita che a prima vista sembrano incomprensibili.

 

Il Signore interviene nella storia di tutti i giorni per rendersi partecipe delle nostre vicissitudini e per apportare alla quotidianità la sua carica di vita e di rinnovato vigore, …che pena per noi stessi restare indifferenti di fronte alla continua presenza di Dio.

L'itinerario di Avvento è periodo che ci condurrà a vivere la gioia dell'Incarnazione del Verbo, che ci porterà al Natale: il Signore viene a scuotere l'umanità rendendosi egli stesso uomo (anzi Bambino) e provocherà ancora una volta ad intensificare la nostra vigilanza e la nostra responsabilità.

 

“perché non giunga all’improvviso, trovandovi addormentati”.

In che cosa rischiamo di essere addormentati?

Quali sono gli aspetti che stiamo trascurando?

Ci è stato consegnato il potere sulla casa, questo vale la pena di ricordarlo e vale pure la pena di chiederci come stiamo usando il nostro potere e come stia andando la nostra casa, la nostra famiglia, come stiamo usando il nostro potere nella comunità tanto in quella  cristiana quanto in quella sociale.

Un Avvento che comincia quindi a ricordarci, più che l’assenza di Dio su questo nostro mondo, la responsabilità e la vigilanza di cui siamo debitori ai nostro fratelli.

 

Non vogliamo lasciarsi prendere dal sonno bloccati solo sul presente, assorbiti totalmente dai problemi del quotidiano, intorpiditi, come se la nostra vita non avesse un fine e una fine.
Non vogliamo dormire il sonno del benessere, l'illusione dell'autosufficienza, l’idea dell’eterna giovinezza, dell’efficienza e della costante evasione.

Vogliamo essere insofferenti verso le tante centrali di potere, che sfruttano a proprio vantaggio e potenziano quel deficit di vigilanza che già ci portiamo dentro

 

Straordinaria potenza nelle parole della prima lettura! …e forse preferiremmo anche noi che Dio si imponesse nella vita degli uomini irrompendo nel quotidiano e sconvolgendo anche gli elementi del cosmo, visto che la nostra epoca presenta tante attese di giustizia nelle vittime dell'odio, della violenza e della discriminazione dovuta al mancato riconoscimento dei diritti dell'uomo.

Il sangue sparso in ogni angolo del pianeta, la moltitudine di bambini uccisi tutti i giorni dalla fame, il divario sempre più crescente fra ricchi e poveri bastano già per se stessi a rendere l'idea di come spesso si invochi l'intervento di un Dio che sconvolga determinate situazioni assurde...

 

Nel Natale Dio vuole comunicarci la speranza in un futuro migliore, perché non fuggirà di fronte alla semplicità e all'immediatezza di un Fanciullo abbandonato, non eluderà la precarietà e gli stenti, la frustrazione dell'abbassamento e della nullità, non scapperà perché vittima dell’ingiustizia e del sopruso dei potenti.

In Cristo che si fa accogliere Bambino, Dio sarà ben lungi dallo "squarciare i cieli" e dallo scuotere le montagne ma porterà i cieli sulla terra, poiché si renderà solidale con l'umanità povera e abbandonata soffrendo da uomo con essa.

 

Un messaggio strano ma carico di vita e di novità per ciascuno di noi.