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Dal libro del profeta Isaia
(dai cap.63.64) Tu,
Signore, tu sei nostro padre, … Nessuno invocava il tuo nome, + Dal
Vangelo secondo Marco
13,33-37 In
quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “State attenti, vegliate, perché
non sapete quando sarà il momento preciso. È
come uno che è partito per un viaggio dopo aver lasciato la propria casa e dato
il potere ai servi, a ciascuno il suo compito, e ha ordinato al portiere di
vigilare. Vigilate
dunque, poiché non sapete quando il padrone di casa ritornerà, se alla sera o
a mezzanotte o al canto del gallo o al mattino, perché non giunga
all’improvviso, trovandovi addormentati. Quello
che dico a voi, lo dico a tutti: Vegliate!” "Vegliate!"
Questa è la parola chiave nel breve brano che Vegliare, stare attenti, essere fedeli nella responsabilità del compito che è stato affidato, non addormentarsi. E'
questo che viene richiesto da Gesù al cristiano. I
versi del vangelo di San Marco fanno parte del discorso escatologico del
capitolo tredici. Questo capitolo ci parla della rovina del Tempio e della città
di Gerusalemme. Gesù prende spunto da una osservazione che gli fa un discepolo:
"Maestro, guarda che pietre e che costruzione!" (Mc
13, 1). Gesù chiarisce le idee:
"Vedi queste grandi costruzioni? Non rimarrà qui pietra su pietra, che non
sia distrutta" (Mc 13, 2). Il
Tempio, segno tangibile della presenza di Dio in mezzo al suo popolo eletto,
Gerusalemme "la città salda e compatta" dove "salgono insieme le
tribù del Signore, per lodare il nome del Signore" (Sal
122, 4), tutto questo, segno sicuro
della promessa fatta a Davide, segno dell'alleanza, tutto questo andrà in
rovina...perché non è la realtà definitiva ma solo un segno di
qualcosa altro che verrà in futuro. Gesù
non si preoccupa di esaudire le pur legittime curiosità: “… quando
avverranno queste cose?”, le nostre categorie mentali sono ristrette e
limitate, possiamo capire solo aprendoci alla vita, guardando alla vita,
interrogando la vita, poco a poco. Il
Vangelo anche oggi, come nelle passate domeniche, che ciò che conta è vivere
in modo responsabile e vigile la nostra vita adesso. Vivere
in modo responsabile rispetto al potere che ci è stato consegnato, il
suo Amore che ci è stato riversato e continua a riempire la nostra vita: il
potere di amare, di accogliere, di perdonare, di comprendere, di usare
misericordia, compassione… Vivere
in modo vigile, decisi a cogliere i segni che ci indichino le cose
importanti, le cose giuste , le cose buone, vegliare per non perdere
l’opportunità di riconoscere, sottolineare ed evidenziare tutto ciò che di
bene Dio compie in questa umanità; vegliare per cogliere la presenza di
Dio “nascosta” in fatti, persone e momenti della vita che a prima vista
sembrano incomprensibili. Il
Signore interviene nella storia di tutti i giorni per rendersi partecipe delle
nostre vicissitudini e per apportare alla quotidianità la sua carica di vita e
di rinnovato vigore, …che pena per noi stessi restare indifferenti di fronte
alla continua presenza di Dio. L'itinerario
di Avvento è periodo che ci condurrà a vivere la gioia dell'Incarnazione del
Verbo, che ci porterà al Natale: il Signore viene a scuotere l'umanità
rendendosi egli stesso uomo (anzi Bambino) e provocherà ancora una volta ad
intensificare la nostra vigilanza e la nostra responsabilità. “perché
non giunga all’improvviso, trovandovi addormentati”. In
che cosa rischiamo di essere addormentati? Quali
sono gli aspetti che stiamo trascurando? Ci
è stato consegnato il potere sulla casa, questo vale la pena di
ricordarlo e vale pure la pena di chiederci come stiamo usando il nostro potere
e come stia andando la nostra casa, la nostra famiglia, come stiamo usando il
nostro potere nella comunità tanto in quella
cristiana quanto in quella sociale. Un
Avvento che comincia quindi a ricordarci, più che l’assenza di Dio su questo
nostro mondo, la responsabilità e la vigilanza di cui siamo debitori ai nostro
fratelli. Non
vogliamo lasciarsi prendere dal sonno bloccati solo sul presente, assorbiti
totalmente dai problemi del quotidiano, intorpiditi, come se la nostra vita non
avesse un fine e una fine. Vogliamo
essere insofferenti verso le tante centrali di potere, che sfruttano a proprio
vantaggio e potenziano quel deficit di vigilanza che già ci portiamo dentro Straordinaria
potenza nelle parole della prima lettura! …e forse preferiremmo anche noi che
Dio si imponesse nella vita degli uomini irrompendo nel quotidiano e
sconvolgendo anche gli elementi del cosmo, visto che la nostra epoca presenta
tante attese di giustizia nelle vittime dell'odio, della violenza e della
discriminazione dovuta al mancato riconoscimento dei diritti dell'uomo. Il
sangue sparso in ogni angolo del pianeta, la moltitudine di bambini uccisi tutti
i giorni dalla fame, il divario sempre più crescente fra ricchi e poveri
bastano già per se stessi a rendere l'idea di come spesso si invochi
l'intervento di un Dio che sconvolga determinate situazioni assurde... Nel
Natale Dio vuole comunicarci la speranza in un futuro migliore, perché non
fuggirà di fronte alla semplicità e all'immediatezza di un Fanciullo
abbandonato, non eluderà la precarietà e gli stenti, la frustrazione
dell'abbassamento e della nullità, non scapperà perché vittima
dell’ingiustizia e del sopruso dei potenti. In
Cristo che si fa accogliere Bambino, Dio sarà ben lungi dallo "squarciare
i cieli" e dallo scuotere le montagne ma porterà i cieli sulla terra,
poiché si renderà solidale con l'umanità povera e abbandonata soffrendo da
uomo con essa. Un
messaggio strano ma carico di vita e di novità per ciascuno di noi. |