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JOKERMAN

 

Preannuncio a voi e a me stesso(per fortuna ho un pò di tempo) che si tratta
di una storia molto lunga.

Il mio primo approccio con la musica avvenne a poche ore dalla mia
nascita....esattamente quando il mio pianto(appena nato) andava a ritmo con
la banda di santa cecilia(protettrice dei musicisti) che girava per
l'ospedale il giorno della mia nascita.

Dopo tante ore passate a scorrazzare per i campi della pineta sotto casa
mia... tante scorribande(fino ai 9 anni ) bucavo le ruote alle auto delle
persone che mi stavano antipatiche, scrivevo sui muri, rubacchiavo caramelle
etc,
inizia per colmare un pò di solitudine(mio fratello aveva 2 mesi) ad
ascoltare qualche vecchio vinile di mio padre e mio zio.

Per la precisione rimanevo incantato dall'assolo di tastiera di  In my
life(Beatles) e dalle commoventi Yesterday e Let it Be. Ascoltavo i dischi
di nascosto.....mi vergognavo a farmi sentire dai miei e mi piaceva stare le
ore a rovistare tra quei vecchi vinili impolverati mentre la casa era vuota.

Quando avevo 10 anni il piatto si ruppe e non mi fu piu possibile ascoltare
musica.

Ne avevo 12 quando i miei acquistarono un lettore cd e io in Inghilterra
acquistai il "quadruplo" cd rosso/blu dei Beatles per mio padre(in realtà
era per me).

Fintanto andavo ad ascoltare alcuni vinili da un mio amico e i primi
cantautori che ascoltai furono DeAndrè e Dylan.

Possedendo un orecchio sensibile alle melodie le uniche due canzoni che mi
piaquero furono Like A Rolling Stone e Hurricane(avevamo solo i vinili di
BIABH e Desireee)

Io avevo da un'annetto iniziato a suonare il piano e per puro caso trovai da
mio zio uno spartito di Black Crow Blues(canzone che adoro) che non avevo
mai sentito.

Siccome era un blues divertentissimo inizia a suonarlo senza aver ascoltato
la canzone e senza sapere come cakkio facessero le parole(il mio inglese al
tempo non è che fosse un gran che).

L'amore sbocciò verso i 14 quando inizia a suonare la chitarra e
contemporaneamente avevo abituato il mio orecchio a cose un pò più atipiche
del solito.(Zappa, Hendrix,King Crimson,Robert Wyatt, Jefferson, e jazz)

Fu allora che mi presi la briga di riascoltarmi (Bob...così per caso....) e
mettermi a tradurre un pò di testi.

Passo dopo passo imparai a suonare tutte le canzoni acustiche e a farne
qualcuna nel mio gruppetto.
In principio la voce e poi ,finalmente, i testi iniziarono ad entrarmi nella
testa più delle equazioni, della pubblicità, della Formula Uno, dei
programmetti tv squallidi e delle imperdibili avventure di Mc Gyver.

Morale: dopo un anno avevo tutta la discografia.
All'inizio mi piaceva solo il periodo '60, poi mi hanno catturato i '70
infine i '90. Tranne Oh Mercy e pezzi vari gli 80 ancora non mi convincono a
fondo.

Nel frattempo nel gruppo c'erano un pò di situazioni complicate perchè a
molti non faceva piacere stare 12 minuti a suonare Sad eyed lady e perchè
alla gente certe canzoni non piacevano e nei pub chiedevano Ligabue e
Pavarotti.

Allora dopo un pò abbiamo continuato solo in due. Facevamo pezzi
stranissimi, da New York New York a Country e la gente ci ha sempre guardato
in modo un pò strano. Suonavamo bene e i giorni passavano velocemente e
allegramente. Nel box stavamo ore a rifare album interi di Bob man mano che
li scoprivamo.
Molte volte ci hanno preso a pomodori e patate in testa ma al contrario
abbiamo forgiato un bello stile solo piano chitarra e voci che era molto
molto carino.

Per il resto la storia si intreccia al presente e mi ritrovo qui a parlare
di Bob con voi altri mentre "trepido" per l'arrivo della chitarra nuova e
per la preparazione del demo che è in programma a settembre.

In tutto questo Bob ha svolto un bel ruolo. E' stato il primo a convincermi
del fatto che la musica(popolare) può essere arte al pari delle "arti"
canoniche.
Mi ha convinto dell'importanza delle parole e mi ha convinto a fregarmene di
un pò di cose che mi ronzano a torno.
A settembre appena arriverà il piano elettrico mi rimetterò a suonacchiare
Black Crow Blues come 7-8 anni fa e il cerchio sarà chiuso!!

Ora sapete un pò più di me e del mio rapporto con Bob....

Non che ve ne facciate molto....mah boh.....potete sempre non leggere se vi
annoia !

F

 



MICHELE l'ULISSE

Caro Beppe,
ecco che accolgo volentieri il tuo invito,
qualcuno questa storia l'ha già sentita però ci sono degli
aggiornamenti,

ma tant'è
(ti dico che non risponderò al post della classifica anche per evitare
di usare il fuciile a canne mozze di Gio, caricato a sale, sulle tue
chiappe a causa di Oh mercy, Toom, GAIBTY & WGW)

introduzione, prologo, primo e ultimo capitolo

1988
(1985 Madonna, con concerto a Torino il 04/09/87, seconda/prima fila)
(1986 Simon & Garfunkel, The sound of silence, Paul Simon Piazza Santa
Croce, Firenze 1990)
primavera/estate

frequentazioni fra amici,
amici figli di amici di genitori,
e altri amici aggiunti,
scambi reciproci di esperienze musicali,
età in cui si ha più bellamente il coraggio di dire quanto si pensa,
nel tempo questa capacità viene stemperata da "maturazione, giudizio e
rispetto" con la crescita, oggi non urlo più in faccia a nessuno
quello che penso in ambito musicale (leggi come) "BOB è IL PIù GRANDE
DI TUTTI!!! NON ROMPETEMI I COGLIONI!!!!! NON CAPITE UN CAZZO SE NON
SIETE D'ACCORDO!!!",
oggi è tutto più diplomatico.

Frequentazione, si diceva,
si facevano competizioni di bravura, ma anche esperienze conoscitive
reciproche.
E si curiosava, quello per fortuna è rimasto.

Siamo a casa di Anteo, figlio di Franco
(intermezzo)
a casa ho dei dischi di De André, Guccini, Joan Baez, e cose analoghe,
NON ...,
da qualche parte Joanie fa le cover di Bob,
proprio di fianco al muretto da cui la famiglia fronte/retro Guccini
ci guarda e racconta. Fabrizio è tutto d'oro.
(fine intermezzo)
loro, hanno i propri dischi,
quelli di Anteo sono Vasco, perlopiù.

Un disco (blu, scopersi di recente, ma non il blu che potreste
pensare)
mi chiama la bussola dell'attenzione,
per caso però,
forse nella mia mente storicizzante avvertivo una lacuna,
un disco di ...,
il meglio di ... vol. 2,
note sul retro (scoperto assieme al colore) di Paolo Limiti.

Dico "assì, 'sto ragazzo lo conosco di nome, dev'essere quello che ha
scritto qualche canzone che canta Joan Baez! Sentiamo qualcosa?"
i ragazzi non osteggiano,

disco sul piatto,
le chiacchiere non si fermano,
... sullo sfondo,
gira il disco nero, gira,
senza che io presti attenzione.

D'un tratto silenzio, intorno a me.
... canta una canzone che non so,
cantilena, una voce giovane, arrabbiata,
lui ha 21 anni quando scrive/incide, io 15, quasi 16, quando sento.
Nei primi anni dei miei fervori politici (se mi concedete la formula
al megafono)
vicino anche i suoi fervori politici (sì, ci sono stati, e ci sono
ancora anche se dissimulati adesso e specifici e vincolanti all'epoca)

... grida, mi dice qualcosa
e mentre gli altri tacciono,
io non sento nulla almeno.

Mi fermo,
una freccia infuocata ha appena aperto una cicatrice che non si può
rimarginare,
per sempre.
Un chiodo fra i neuroni,
una condanna benefica.
Risorsa unica.
Meccanismo di cristallo.
Non c'è più uscita.

Mai niente prima mi ha fatto questo.

Il titolo. Voglio sapere il titolo, ditemi il titolo.

Masters of war,
la prima cosa che ho imparato di ....

Poco tempo dopo compro uno stereo e 3 dischi,
uno Freewheelin.
LA ritrovo,
per due settimane, tutti i giorni tutto il giorno,
solo LEI.

C'è anche Before the flood, ma cosa è successo a Blowin'?
Vabbè mettiamolo via 'sto disco,
rimarrà sempre abbinato a una sensazione di tradimento e
imopssibilità,
c'è troppo scarto,
povero disco, povero destino.
Anche se ... dirà che l'unica cosa inutile che sente di aver fatto è
la tourneè del '74 con The Band.

Poi ho bisogno di sapere cosa mi dice la canzone in questione,
secondo trauma.
Parole che non hanno bisogno di parole.

Punto.

1993
Sono in Francia in giugno ma il biglietto del concerto di ... a Milano
l'ho già preso,

i miei genitori mi accompageranno alla prima stazione, parto il 26
notte,
Milano, periodo di elezioni, Formentini sindaco.

Biglietto a sedere,
prima volta nella mia vita, che mi siedo, la prima volta di ... fu
l'89 di cui non ho ricordi, troppa emozione in nuce,
buona posizione per non essere ancora nella situazione di chi è
organizzato,
senza internet ma anche senza contatti,
solo Vites un paio di volte.
Sono nervoso,
in piedi in terza fila, dove c'è la mia sedia,
mi guardo intorno,
la gente è in attesa, guardo destra palco,
vedo qualcuno che s'avvicina,
riconosco ...
"eccolo, è lui!" grido
la gente scatta in piedi,
poi si riesedono dopo poco,
... imbraccia la chitarra, di spalle, da qualche pennata,
attacca prima della band,
o almeno così mi ricordo,
ricordo luci blu,
Hard times,

i dischi non li ho tutti,
li frequento da anni fra le bancarelle di Senigallia (fiera di Milano)
conosco le copertine, e mi chiedo cosa nascondano, così anche i titoli
dei dischi e delle canzoni,

ma il primo disco che ho comperato in real time è Oh mercy (ah
Beppe...)
quindi GAIBTY ce l'ho,
ma non ho il dominio completo dell'opera tutta,
non so, non capisco tutto il concerto,
ma capisco una cosa,
si tratta del più grande "performer" di fronte cui mi sia mai trovato,
ai suoi movimenti, alle sue note, alla sua voce, corrispondono cose
che non conoscevo,
che non sapevo di avere,

il cerchio si è chiuso.
Un'emozione come di nascita.

... voce, 1988,
... autore, 1988,
... for real, 1993

dylaniato,
così come solo in Italia possiamo dirci,

dylaniato da anomala passione,
dylaniato, in una parola.

Con tutte le soggettive/oggettività del caso e di cui ho già
abbondantemente parlato nel thread sull'arte

non so se sia un manifesto,
perché la mia percezione la rivendico solo per me,
ho scoperto, con divertimento, che persone di tutte le età e di tutto
il mondo,
in ogni epoca dal 1962 hanno percepito le stesse mie sensazioni, non
tutte le mie, e non tutte le loro io, ma molte in comune.
Questo mi ha portato, sempre con divertimento, a sviluppare una teoria
il "D chromosome" o Cromosoma D,
un gene in più, una latenza.
Un bel "gioco"

chiosa

il 1 maggio 2003, in occasione della festa dei Lavoratori, per il
pranzo sociale e celebratvo fra gli anarchici dell'Ateneo Libertario a
Milano (anche perché i morti in questione, quelli festeggiati, erano
anarchici, giustappunto)
ho rivisto Franco, papà di Anteo (vedi sopra).

E ho raccontato a lui, e ad Anteo, come un disco di casa loro avesse
determinato A simple twist of fate nella mia vita.
Viaggi in Europa e, per la prima volta, oltreoceano, Australia e USA,
belle amicizie, funny travellin', sforzi creativi (e talvolta
risultati), e un paio di begl'incontri con ... Himself, His Bobness in
person.

Franco, divertito e commosso dal racconto mi disse in un empito di
spontaneità "Dovrei averlo ancora, se lo trovo te lo regalo"

il 1 maggio scorso,
Franco mi ha portato il corpo del reato, l'anima del desiderio,
il disco nero, il frutto del peccato.

Adesso sono di nuovo corrotto,
per la seconda volta.

Come se ce ne fosse mai stato bisogno.

Michele l'Ulysse

 

 

GIORGIA

prologo:

arrivo da aaaanni di marley-ismo integralista, interrotti da un'oscura (nel
senso di buia ed incomprensibile) fase dark, seguita da un periodo di
anarchia più totale rock grunge pop & boh?, e poi zac!.compro un greatest di
simon&garfunkel. ci siamo. m'entra in vena, comincio a cantare ballate folk
con l'accento 'mmmerecano... cominciano i presintomi...

*I take another shot* e compro un greatest di Bob in un negozio indie &
squallor della metropolitana milanese. lo prendo perché è in offerta, in
realtà di Dylan sapevo meno di nulla, avevo solo letto qualcosa in relazione
a Simon, ma avevo avuto una strana intuizione... il cugino, con me al
momento dell'acquisto, mi chiede: "adesso ti piace Bob Dylan?". io secca,
dico: "SI'"...



atto I: Dell'innamoramento subitaneo e del disinnamoramento precoce.

arrivo a casa e ascolto il greatest: si apre con I want you, prosegue con
altro materiale Blondeonblondeiano, arriva a Chimes of freedom... mi dico
*che ppppalleeee! che voce racchiosa! non finisce più 'sta robaaaa?!?*. ma
sento che mi piace e mi dico che forse è come le caramelle, vanno prima
scartate... abbandono, ma non per sempre. ero diventata portatrice sana di
dylanismo.



atto II: Di come Orlando perse il senno sulla Luna (ovvero: Di come Gio uscì
pazza pe' 'stu fetecchione).

i soldi spesi per il cd, per quanto pochi, eran pur sempre tanti... decido
che forse è il caso di far fruttare l'investimento e concedere una seconda
possibilità al tizio gracchiante e palloso. e poi sento che devo farmelo
piacere, me lo dice il mio cromosoma di fiducia... attacca il cd: ancora I
want you, poi altre, e poi Chimes!! e poi Masters!!! cado tramortita. entro
in uno stato catatonico, chiedo spiegazioni al muro bianco, ma non ne trovo,
quindi procedo: armata di matita 2B masticabile in cima, foglio bianco e
dizionario italiano-inglese / inglese-italiano cerco di trascrivere i testi,
non ci capisco molto, ma sento che c'è di tutto lì dentro e che devo
afferrarlo. mi piace come il tizio dice la "h" aspirandola anche all'interno
delle parole. mi piace come sibila le vocali e come suona quella chitarra...
comincio a parlarne ad amici e parenti. comincio a cercare supporto in
qualche sguardo complice. ma ze-ro.



atto III: Love love love...

nel giro di poco tempo compro il libro di testi di Rizzo, e poi Freewheelin,
il mio secondo album, di cui ne diceva bene la Pivano nella prefazione, e
quindi Highway 61... mo, su Desolation row o apro una parentesi che non
finisce più, o la chiudo qui dicendo solo che l'ho conosciuta nella
primavera in cui poi avrei visto il mio primo concerto dylaniano e ci siamo
subito innamorate...

(dissolvenza)



atto IV: di come le disgrazie non vengano mai sole (ovvero: di come sono
entrata nel tunnel del NET)

dunque era la primvaera del 2000. dunque non conoscevo nessuno, un cavolo di
nessuno con cui andare al concerto. comincio a marzo a rompere le balle ad
amici, parenti, vecchi compagni di liceo... mi dicon tutti *no col cacchio
che ci vengo*. ma la notte prima del 28 maggio, la mia amica Anna mi dice
ok, m'hai rotto, andiamoci così la pianti... (santa donna! ;-)). il giorno
dopo, alle 19 o giù di lì, siamo al Palavobis, troviamo i biglietti,
entriamo e una paio d'ore dopo attacca Bob... grido *aaaaaaahhhh!!!* e a
momenti ci restavo secca... sono sugli spalti ma non ce la faccio a star lì
ferma, vedo un fiume di gente che si sposta sotto al palco, dico "IO VADO!",
Anna mi dice "ma 'ndo vai sei scema?! resta qua",  una signora seduta
davanti a me si gira e mi dice con fare da santone "BEH (sottointeso,
*figliuola*) TU DEVI ANDARE!!", io lo colgo come un segno del destino e dico
"OK!", scazzotto un po', piglio smadonnate, scavalco sedie e mi trovo sotto
al palco.

folgorata da due occhi blu.

a fine concerto bracco un tipo e gli dico di farmi avere le foto che ha
appena scattato. gli dò il mio indirizzo mail. ma non l'ho più sentito.
vabbè.



epilogo:

da lì il passo è stato prendere contatti con siti italiani e message boards
straniere... conosco i primi due dylaniani di persona, conosco persone
meravigliose e generosissime che mi introducono al mondo dei boot.... l'anno
dopo a Bescia non manco, poi Anna (un'altra, 'sta volta dylaniana!), mi
trascina anche a La Spezia, dove conosco altri emeriti psicopatici che sfiga
a voluto diventassero pure miei amici ;-).....  aaaaah, da lì è stato
seeeempre peggio...

adesso mi ritrovo invalidata a ventiquattr'anni. incapace di intendere e di
volere davanti all'ammmerecàno con gli occhi azzurri che gracchia.



ditemi voi dove se è normale.... ;-)))



g