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  Biblica Boulevard Revisited: LE COSE CHE SUCCEDONO E LE COSE CHE SONO

Titoli:

1 IL SONNO DELLA RAGIONE GENERA MOSTRI 5'38"
2 IL PRETE E IL DEPORTATO 4'56"
3 RESISTENZA ACUSTICA 3'05"
4 TAJ MAHAL 6'56"
5 NESSUN PECCATO DA CONFESSARE 3'51"
6 TERRA ZERO TERRA DI ZERO 4'17"
7 SE GUARDO TE (ELENA) 5'23"
8 NELL’ARIA DI PIOVE 4'10"
9 QUINN THE ESKIMO 3'45"
10 LE COSE CHE SONO 5'25"

 

Anno: 2002
Supporto: CD
Etichetta: --
Durata: 45'26"
Prezzo: --
Per contatti:
E-mail: caterino_riccardi@libero.it
Sito web: www.gazerrogiuseppe.com/biblica_homepage.htm
Infotel: 347/2210884v

Di dischi rock c’è sempre un gran bisogno, non so all’estero, ma in Italia è così. E quando capita una band emergente, che, all’esordio, ti mette davanti un disco di rock tosto, non sembra vero, anzi, sembra quasi un miracolo, tanto la cosa è rara.
I Biblica Boulevard Revisited sono riusciti nell’impresa di fare un disco rock al primo colpo e per questo meritano già grandi elogi.
“Le cose che succedono e le cose che sono” non è privo di difetti, ma ha una forza, una convinzione, un tiro, rock appunto, che vanno oltre. Ci sono canzoni e testi che, nel loro voler ribellarsi e nel loro voler cambiare il mondo, peccano d’ingenuità, ma, mi ripeto, anche questo è rock. Questo atteggiamento deriva da una sana rabbia e dall’incapacità di accettare le bassezze di un mondo sempre più corrotto ed individualista: da qui nascono le canzoni e il suono dei Biblica Boulevard Revisited.
Dieci brani tanto impegnati quanto arrabbiati, dieci brani che, in poche parole, non ci stanno. Chitarre che non si nascondono di fronte alle intolleranze, anzi, si alzano in piedi con la forza di coloro che già prima di questi ragazzi padovani hanno preso posizione, da Dylan a De Andrè, solo per mettere due punti di riferimento.
Armati di tanta forza, i Biblica Boulevard Revisited non hanno paura di parlare di Dio, ma in maniera molto meno semplicista di quanto faccia Ligabue, e di citare Freud per presentare una sferzante carrellata di mostri moderni (da Goya a Munch) in “Il sonno della ragione genera mostri”. Già al secondo brano, “Il prete e il deportato”, il disco appare dettato da un percorso logico di una coscienza che non si rassegna nemmeno di fronte ai luoghi comuni: la scrittura di Giuseppe Gazerro assume coerenza grazie alla forza della band, che permette di partire dalle rivolte del 1968 per arrivare a Ground Zero (“Terra zero terra di zero”).
La dimostrazione di come i Biblica Boulevard sappiano suonare sta in “Il prete e il dpeortato” e in “Nessun peccato da confessare”: la prima è una ballata da cantastorie con un passo cupo su cui entra il violino, mentre la seconda è uno swing-rock che per energia non ha nulla da invidiare a Brian Setzer. Tutta la rabbia e il rifiuto di qualunque compromesso stanno invece nei sette minuti di “Taj Mahal” scandita da una voce ferita e da una batteria che assume tempi di marcia. Anche le tastiere, e soprattutto l’hammond, si prendono il loro spazio, facendosi sentire di dovere.
Se a qualcuno poi, vedendo la cover di Dylan (“Quinn the Eskimo”), venisse il dubbio che i Biblica Boulevard siano degli esterofili, provi ad ascoltare i crescendi melodici di “Se guardo te”: è evidente la matrice italiana, ma allo stesso tempo il rifiuto dello stereotipo della “canzone del cuore”. L’unica volta che nel disco si canta un amore succede con una non canzone d’amore in cui si dichiara: “molte volte scrivo cose irte / ed aspre come pietre e sassi”.
Insomma, c’è un nesso, ma soprattutto una bella differenza, tra le cose che succedono e le cose che sono, tra una semplice canzone e quello che invece è il rock: i Biblica Boulevard Revisited lo hanno capito.

   Recensione di: Christian Verzeletti            <chris14067@libero.it>


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