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Taj Mahal Aprile Sessantotto, gli studenti a Parigi cantavano: "Ce n’est qu’en debut, continuons le combat" Ma i docenti gia’ allora vestiti di grigio non capirono che il Signore non era Nei governi che spensero Sorbona e Tienanmen i profughi cileni e i ragazzi di Teheran Nessun principe mai lo sapra’ ma il Signore non era con loro in quelle piazze la’ John Kennedy e’ morto per dire di no a chi avrebbe poi sterminato i Vietcong e dopo la Sorbona ci fu il Vietnam ma non c’era il Signore nel fuoco del Vietnam Aprile dell’ottanta, l’assedio a Kabul, i carri armati per cancellare un’antica civilta’ e dopo il Vietnam ci fu l’Afghanistan ma il Signore non era nemmeno nell’Afghanistan ma chi ha visto una volta il Taj Mahal non puo’ non sperare in quel che l’uomo fa il bene e’ di Dio, il male chissa’ ma nel bene e nel male Dio abita qua e dopo i carri di Kabul venne il Kossovo a Pristina le fosse comuni nelle piazze e nelle piazze i Serbi cantavano la sera ma il Signore nell’ira dei Serbi non c’era e dopo la morte il Signore verra’ senza tanto fragore verra’ il Signore verra’ e dira’ "Io ero in quell’ira, sono uno dei morti uccisi in quel furore, son stato trucidato dalla mafia per danaro son morto di cancro per il petrolio ero sepolto a Pristina, impiccato a Tienanmen, in croce a Kabul, nel napalm di Phnom-Phem e non sono venuto in TV a protestare son stato trucidato mentre chiedevo da mangiare e non sono venuto in Tv a protestare son stato massacrato ed io volevo da mangiare e non m’hanno invitato in Tv a protestare son stato lapidato ed io volevo da mangiare
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