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Nell’Aria di Piove

 

Quando apro la finestra sui colori della sera sento ancora

quel profumo di trent’ anni fa nell’aria all’ora in cui si andava fuori

quella luce che io ho visto solo a Piove bella come il sole della primavera

quando sono tutti fuori a far le prove delle maschere da mettersi la sera

e non riesco a non pensare alla mia piazza e a tutti quelli che oramai non vedo piu’

ma per loro scrivero’ altre canzoni che di certo non ascolteranno piu’

Quando apro la finestra sulle case che ora coprono lo sguardo della mia

vedo quella vecchia auto di mio padre covo delle ultime sere di follia

Quando apro la finestra su quel muro bianco dietro casa mia

sento i giochi di trent’anni fa nell’aria all’ora in cui faceva scuro

e non riesco a non pensare che quel muro per dieci anni e’ stato il Maracana’

ora soffocano i fiori nel cartone e nel cemento, monumento alla vilta’

Ora sono banche ed assicurazioni templi all’evasione e alla mostruosita’

mentre soffocano i fiori nel cartone e nel cemento, monumento alla vilta’

 

Resistenza Acustica

Amin e Jada ogni giorno pulivano il fucile

La sera invece a letto presto e all’alba fuori a sparare

E poi una lunga notte senza sogni ne’ colori

Neri i pensieri nera la veste Uguali dentro e fuori

Ejira e Samir ogni giorno giu’ al mercato

Sfidar la morte per un po’ di latte o per uno sguardo sbagliato

E comprare insieme al pane anche i proiettili per i mitragliatori

Sepolte vive sotto un velo, schiave di sporchi impostori

Canta, ridi e amor risponde

Canta forte se non sente

Non possiamo piu’ guardare

mezzo secolo ad aspettare

Noi dobbiamo ancor sperare

che dal letame nascano i fior

Ama, ridi e amor risponde

Piangi forte se non sente

Dai diamanti non nasce niente

dal letame nascono i fior

 

Nessun Peccato da Confessare

Un bimbo che aveva paura del buio fu chiuso per ore in una stanza scura

Lui disse: "Torturami pure pero’ chi ti ha derubato io non lo so dire"

E la sua maestra che sulle Scritture passo’ la sua vita e forse anche di piu’

Non ebbe pieta’ a punire chi fu giudicato da lei ma non confesso’

Disse: "No, proprio non ho nessun peccato da confessare

Ed un avvocato le disse: "Vostro onore, ci tengo a precisare

Che quel bambino torturato, rinchiuso al buio e ingiustamente incolpato

E’ certo innocente ma se fosse stato piu’ scaltro nessuno l’avrebbe incastrato"

Cosi’ quella stanza buia e temuta la tomba del giudice sarebbe poi stata"

Ma, aggiunse "no, io non ho nessun peccato da confessare

Ma il prezzo piu’ alto lo dovra’ pagare chi aiuta gli scandali e morte sa dare

In nome dei soldi, del sesso o, chissa’, di un Dio che se c’e’ solo lui condannera’

Perche’ non ha nessun peccato da confessare

 

Taj Mahal

Aprile Sessantotto, gli studenti a Parigi cantavano:

"Ce n’est qu’en debut, continuons le combat"

Ma i docenti gia’ allora vestiti di grigio

non capirono che il Signore non era

Nei governi che spensero Sorbona e Tienanmen

i profughi cileni e i ragazzi di Teheran

Nessun principe mai lo sapra’

ma il Signore non era con loro in quelle piazze la’

John Kennedy e’ morto per dire di no

a chi avrebbe poi sterminato i Vietcong

e dopo la Sorbona ci fu il Vietnam

ma non c’era il Signore nel fuoco del Vietnam

Aprile dell’ottanta, l’assedio a Kabul,

i carri armati per cancellare un’antica civilta’

e dopo il Vietnam ci fu l’Afghanistan

ma il Signore non era nemmeno

nell’Afghanistan

ma chi ha visto una volta il Taj Mahal

non puo’ non sperare in quel che l’uomo fa

il bene e’ di Dio, il male chissa’

ma nel bene e nel male Dio abita qua

e dopo i carri di Kabul venne il Kossovo

a Pristina le fosse comuni nelle piazze

e nelle piazze i Serbi cantavano la sera

ma il Signore nell’ira dei Serbi non c’era

e dopo la morte il Signore verra’

senza tanto fragore verra’ il Signore

verra’ e dira’ "Io ero in quell’ira,

sono uno dei morti uccisi in quel furore,

son stato trucidato dalla mafia per danaro

son morto di cancro per il petrolio

ero sepolto a Pristina, impiccato a Tienanmen,

in croce a Kabul, nel napalm di Phnom-Phem

e non sono venuto in TV a protestare

son stato trucidato mentre chiedevo da mangiare

e non sono venuto in Tv a protestare

son stato massacrato ed io volevo da mangiare

e non m’hanno invitato in Tv a protestare

son stato lapidato ed io volevo da mangiare

 

Il Prete e il Deportato

Adriano, gia’ stanco appena svegliato, sentiva l’odore del male

Il volto tirato mentre nell’alcool s’illudeva di far guarire

Un corpo ammorbato da un passato per miracolo o per disdetta finito

Per la pieta’ di una bomba che la chiave della cella gli aveva ragalato

Ma Don Gianni conosceva Adriano, sapeva bene di quel pianto,

della sua rabbia, del suo dolore, di quel volto triste sempre piu’ stanco

E talvolta quel prete cercava di risvegliare dal caldo di un bicchiere di vino aiutato

In lui un poco di quella sete di vita Che il lager gli aveva soffocato

Cercava di fuggire quell’urlo tagliente

quei pigiama in fila, le fila di occhi spalancati sul niente

Ma dov’era, come mai non l’ho trovato

Questo Dio che la vita m’avrebbe donato

Dov’e’ adesso e cosa fa, prete, il tuo Dio,

nel corpo che ha salvato non c’ero io

E un giormo Adriano prese quel prete, con forza e con rabbia lo strinse ad un braccio

Senza parlare lo trascino’ via, via dal calore della Chiesa, in un abbraccio

Non piu’ di amicizia ma pieno di odio e di disperazione sorda e cattiva

Ed arrivarono a quella porta dove la morte di mille bimbi era viva

Di fronte a quello scempio l’odio divento’ parola

Adriano urlo’ al prete con l’ultimo fiato in gola

Ma dov’era, come mai non l’ho trovato

Questo Dio che la vita m’avrebbe donato

Dov’e’ adesso e cosa fa, prete, il tuo Dio,

nel corpo che ha salvato non c’ero io

Ma appena riusci’ a liberarsi ed a parlare ancora

Don Gianni disse ad Adriano con poco fiato in gola:

Come puoi non aver visto, non aver notato?

Ecco il Dio di cui ti parlo, di cui ti ho parlato

In croce qui davanti a te, morto innocente

Altare eterno di chi non ha niente

Nel sonno della Ragione non e' morto Dio

Nell'Uomo che e' Risorto ora credo anch'io

 

Terra Zero, Terra di Zero

Ho incontrato uomini che dal giorno di Terra Zero

Han perduto il blu nel mare e la loro Stella su in Cielo

Ed ho chiesto a un uomo che conosce quell’odio sordo

Se di notte ancora sogna o soffoca nel ricordo

E mi ha risposto:

Non c’e’ piu un Cielo, c’e’ solo sangue,

Terra Zero, Terra di Zero

Ho incontrato uomini che nel nome della Jihad

Han rubato il gioco ai figli ed il sorriso di chi ha

Visto Dio nelle parole e nell’amore di un uomo

Chi ha perduto Cielo e Terra non sa piu’ chieder perdono

E mi ha risposto:

Non c’e’ piu’ un Cielo,

c’e’ solo sangue e un falso arcobaleno

ne’ un mare azzurro, ne’ un caldo sereno

ma fuoco e gelo

Terra Zero, Terra di Zero

Here, there and everywhere

 

Se Guardo Te ( Elena)

Quante volte avrei voluto scrivere parole per l’azzurro dei tuoi occhi

in cui la rima fosse ancora amore-cuore che vorrei fosse soltanto cuor sincero

e non battesse solamente sulle note della lotta contro il nero

contro il nero

quante volte avrei voluto scrivere canzoni per le tue mani gentili

non solo dichiarazioni d’odio contro i maestri della guerra

ed invece una canzone un po’ preghiera che non fosse solo un urlo contro la paura della sera

la paura della sera

Vorrei cantare per te e per le mani tue

Per i tuoi occhi blu che ti son dati di lassu’

Perche’ se guardo te riflesso dentro al blu

Della tua anima vedo chi ha acceso il sole

Quante volte avrei voluto usare accordi semplici leggeri

Dolci come fossero pensieri dal mio cuore nati mentre guardo te che dormi

E un po’ sorridi e allora ti tengo le mani mentre sogni prati pieni di colori e di animali strani

di colori e di animali strani

Ed invece molte volte scrivo cose irte ed aspre come pietre e sassi

Sopra muri alzati per paura d’esser veri e di sapere amare il sole

il vento ed ascoltare il rumore di un pallone preso a calci o il canto dei delfini e il mare

il canto dei delfini e il mare

Vorrei cantare per te e per le mani tue

Per i tuoi occhi blu che ti son dati di lassu’

Perche’ se guardo te riflesso dentro al blu

Della tua anima vedo chi ha acceso il sole

 

Il Sonno della Ragione Genera Mostri

Il Sonno della Ragione genera Mostri

che noi alimentiamo della fede nell’odio per chi non e’ con noi

ed educhiamo come i figli a scuola che crescono nella fede al denaro

madre dei nostri valori, non di liberta’

nella notte della Luce Dio e’ morto a Giakarta

ma c’e un unico Dio, e’ crocefisso a Giakarta

Il Sonno della Ragione genera Mostri nella regione di Kubla Khan

Il Sonno della Ragione genera Mostri

in Italia, in Irlanda, in Spagna, in Cecenia, in Bosnia,

in Indonesia, in Padania ed in Afghanistan.

La Lega, il GIA, i Talebani, l’IRA, l’ETA, il Polo e il Ku-Klux-Klan

Nella notte della Gloria Dio e’ morto a Giakarta

Nel potere delle tenebre si uccide a Giakarta

Il Sonno della Ragione genera Mostri nella regione di Kubla Khan

Il Sonno della Ragione genera Mostri

Dall’urlo di Goya a quello di Munch

Dai sogni spezzati di Disney a quelli di Schultz

Il sogno della pioggia di Dylan, le generazioni di Marquez

passate inutilmente per la storia e per noi

la Ragione dorme i secoli in chi urla "Dio e’ con noi!"

Dio e’ morto nelle pietre e nelle stragi dei suoi eroi

Il Sonno della Ragione genera Mostri nella regione di Kubla Khan

 

 

 

Quinn the Eskimo

Everybody’s building the big ships and the boats,

some are building monuments, others, they’re jotting down notes

Everybody’s in despair, every girl and boy but when

Quinn The Eskimo gets here everybody’s gonna jump for joy

C’mon without, c’mon within, you’ll never seen nothing like the Mighty Quinn

I like to do just like the rest, i like my sugar sweet,

but guarding fumes and making haste won’t make my cup of meat

Everybody’s neath the trees feeding pigeons on a limb but when

Quinn The Eskimo gets here, all the pigeons gonna run to him

C’mon without, c’mon within, you’ll never seen nothing like the Mighty Quinn

A cat’s meow and a cow’s moo, i can’t recite them all,

just tell me where it hurts, honey, and i’ll tell you who to call

Nobody can get no sleep, there’s someone on everyone’s toes, but when

Quinn The Eskimo gets here everybody’s gonna wanna doze

C’mon without, c’mon within, you’ll never seen nothing like the Mighty Quinn

 

 

Le Cose Che Sono

A) Le Cose Che Succedono

Io non so cosa sara’, non e’ che indovini tanto

Ho badato sempre a quello che dicevo, mai a quando,

non ho mai urlato tanto, preferisco le canzoni

sono stato anche impegnato ma non credo alle lezioni

non ho esposto mai striscioni voto quasi ogni lista

e se avessi avuto un piano sarei stato un concertista

Ho visto tante cose in questi anni di Battisti

Ho visto molte cose in questi anni, alcune tristi

Ho sentito bestemmiare contro un Dio che se la ride

Di tutti noi che agitiamo per fingere una fede

Ho visto madri urlare, volti tristi, vite stanche

Dove si censura il nudo si censurino le banche

Il sole quando sorge sorge piano e poi

La luce si diffonde tutt’intorno a noi

Le ombre dei fantasmi della notte sono alberi

E cespugli ancora in fiore

Sono gli occhi di una donna ancora pieni d’amore

Ho sentito urla’ allo stadio invocare terremoti

Ho sentito gente eletta svender la morale e i voti

Ho sentito servi sciocchi ma con lingue di serpente

Attaccare chi ha lasciato sangue e figli e ancora regge

Dove regnano i mafiosi ed infame e’ chi si pente

Non chi uccide ne’ chi ruba assolvendosi per legge

Acqua azzurra acqua chiara non la beve piu’ nessuno

Io non ho mai bisto uno che lavori per qualcuno

Suor Teresa se n’e’ andata, gli altri ognuno per ciascuno

La politica e’ in mano di padrini e di teppisti

Molti amici, figli d’arte ed i giusti chi li ha visti?

Forse non siamo Cristiani, siam cresciuti coi Battisti.

B) Le Cose che Sono

Siamo soli e camminiamo insieme sulle strade

Che ci portano alle nostre case ma ci tengono divisi

E di notte noi sogniamo che qualcuno sia vicino

Ma il mattino ci risveglia insieme alle paure avute sul cammino

Per questo non ho mai cantato le canzoni del cuore

Mi ispiro spesso all’odio, la mia musa e’ l’orrore

Non so far distinzione e agli altri non lo perdono

Tra le cose che succedono e le cose che sono

L’urlo blasfemo lanciato in faccia al cielo

Dei bimbi che vorrebbero giocare e non sparar davvero

Lo sento anche un po’ colpa mia e non me lo perdono

In fondo sono solo cose che succedono, non cose che sono

Per questo non ho mai cantato le canzoni del cuore

Mi ispiro spesso all’odio, la mia musa e’ l’orrore

Non so far distinzione e agli altri non lo perdono

Tra le cose che succedono e le cose che sono

E non ho mai imparato a suonar per me stesso

Non ho mai capito bene e non ci riusciro’ adesso

Che differenza passi tra ingiustizia e perdono

E tra le cose che succedono e le cose che sono